martedì 25 dicembre 2007

A SOUTH POLE, L'ASSEMBLAGGIO DI ICECUBE PROCEDE CON SUCCESSO


Al Polo Sud geografico, presso la stazione americana Amundsen-Scott, la costruzione dell'enorme detettore di neutrini
ICECUBE prosegue senza intoppi e con estrema regolarità. Le operazioni di allestimento dei pozzi (nella profondità della calotta di ghiaccio) e di posizionamento delle stringhe sono ormai perfettamente rodate. Profondi oltre duemila metri, i pozzi sono "scavati" nel ghiaccio grazie a due diversi carottieri che utilizzano acqua bollente, convogliata da una manichetta di kevlar lunga 3 Km, progettata e costruita in Italia. Al giorno 26 dicembre ben SEI STRINGHE erano state calate con successo nei rispettivi pozzi. Un risultato ottimo. Se l'equipe di ICECUBE continua con questo ritmo, le 16 stringhe previste per la stagione 2007-2008 saranno sicuramente messe in situ, prima che l'inverno ritorni sopra al Polo Sud. Una volta completato, nel 2011, ICECUBE avrà un volume di un Km3. Un terzo del detettore è già posizionato nello spessore della calotta al Polo Sud geografico ed è in funzione, cosi' come il prototipo AMANDA - in situ sin dal 1993.
Nelle fotografie:
in alto, l'equipe di fronte a un DOM (Digital Optical
Module), uno dei 4.800 "occhi" di ICECUBE. Su ogni stringa sono fissati 60 DOM. In totale, ICECUBE sarà composto di 80 stringhe. Ciascuna stringa assomglia a una lunga "collana": ogni "perla" della stringa è un Modulo Ottico Digitale. In basso, la località in cui è in costruzione ICECUBE, nel Dark Sector di South Pole, a un Km dalla stazione USA Amundsen-Scott.

FOTO: ICECUBE/NSF (2)


domenica 16 dicembre 2007

GEORGIA DEL SUD: FRA I MONTI, I GHIACCIAI E L'OCEANO

Dall'inizio di ottobre una equipe di tre alpinisti francesi (Lionel Daudet,Emmaunel Cauchy - medico specializzato nella medicina d'urgenza e telemedicina - e Philippe Batoux sta vivendo un'avventura straordinaria sull'isola della Georgia del Sud, il luogo da dove Shackleton parti' con l'Endurance e dove ritorno' al termine del suo epico viaggio a bordo del James Caird. La spedizione si chiama Georgia Sat: potete seguirla su un sito molto ricco di fotografie, informazioni, video, mappe. Gli alpinisti - accompagnati da tre navigatori a bordo del veliero ADA 2 (Isabelle Autissier, Agnès Lapeyre e Tristan Guyon le Bouffy) sono partiti da Ushuaia e da due mesi stanno attraversando l'isola nel senso della lunghezza, da nord a sud, scalando tutti i picchi che costellano quest'isola unica al mondo, dove monti di 3.000 metri svettano alla verticale dell'oceano. Ernest Shackleton, Tom Crean e il comandante dell'Endurance Frank Worsley avevano attraversato l'isola da ovest a est - in cerca di soccorsi, raggiungendo la base baleniera di Stromness. Militari inglesi di stanza sull'isola (territorio del Regno Unito) avevano compiuto qualche ascensione, ma a mia conoscenza nessuno si era mai avventurato lungo tutta la lunghezza di South Georgia. Fra monti, ghiacciai e oceano. Lionel, Philippe e Emmanuel stanno compiendo questa traversata. Del resto, Lionel detto "Dod" e Manu, detto "Docteur Vertical" sono degli specialisti delle arrampicate in isole subantartiche: l'anno scorso - fra novembre e dicembre 2006 hanno compiuto l'ascensione del Monte Ross sull'isola francese di Kerguelen. Eravamo assieme sul Marion Dufresne e ho potuto seguire in diretta tutta la preparazione, fino al giorno in cui li abbiamo accompaganti in elicottero al capo base del Ross. Il Monte Ross (che porta il nome dell'esploratore James Clark Ross, passato da Kerguelen a metà dell'800) non è una montagna altissima, la sua vetta si trova a 1.850 metri. Ma è un'ascensione estrememente tecnica e molto difficile perché la cima è coperta da fragili strati di givre (ghiaccio e brina). Il monte Ross era stato conquistato dal Dottor Jean Rivolier, medico nelle Terre australi e antartiche francesi e membro di uno dei primi winter-over nella terra di Adelia. Dod, Manu e Philippe sono assistiti dai navigatori a bordo del veliero ADA 2. In Francia, la moglie dell'alpinista Lionel Daudet - Véronique - assiste i membri della spedizione tenendo i contatti con le scuole che seguono l'avventura e coordinando il sito web. Nel 2006 Véronique era a Kerguelen per seguire in diretta la spedizione al Monte Ross. Lionel Daudet è autore de "La montagne intérieure", Grasset, 2004. Il dottor Cauchy è direttore dell'Ifremmont (Institut de Formation et de Recherche en Médecine de Montagne Hôpital de Chamonix 509 route des Pélerins 74400 Chamonix - France), un Istituto per la ricerca nell'ambito della medicina di alta montagna e telemedicina.
La Georgia del Sud (lat. 53.58' - 54.53' sud, long. 35.47' - 38.01' ovest) è un santuario terrestre e marino, dove si riproducono centinaia di migliaia di pinguini reali, oltre che pinguini papua, albatross di molte specie, foche da pelliccia e elefanti marini.

Dod, Manu, Isabelle Autissier e i loro colleghi rientreranno con splendide fotografie (Manu è un ottimo fotografo) e cosi' potremo leggere e goderci le loro avventure sui principali giornali francesi. Speriamo anche su quelli italiani....!

Tutte le fotografie sono della spedizione GEORGIA SAT 2007. In alto, la localizzazione della Georgia del Sud; al centro Manu Cauchy in arrampicata; sotto, un tratto dell'arrampicata al Monte Worsley (http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Worsley).

sabato 15 dicembre 2007

UNA PIETRA MILIARE NELLA STORIA DELL'AVIAZIONE ANTARTICA

Proprio nel cuore dell'Anno Polare Internazionale ecco che giunge la notizia di un grande, fantastico avvenimento: il 9 dicembre scorso (2007) l'Airbus A-319 dell'Australian Antarctic Division (AAD), partito da Hobart in Tasmania ha compiuto un atterraggio inaugurale in Antartide, sulla nuova pista WILKINS, situata a 70 km dalla base australiana Casey e dedicata all'esploratore-aviatore australiano Sir George Hubert Wilkins. Nel corso della campagna 2005-2006 l'Airbus 319 - sempre partito da Hobart in Tasmania- aveva sorvolato la pista Wilkins senza atterrare; un mese fa - novembre 2007- due atterraggi test sono stati effettuati con successo a McMurdo, sulla Sea Ice Runway. L'aereo era partito da Christchurch in Nuova Zelanda. Tony Press, Direttore dell'AAD, ha detto che è un momento storico, una vera pietra miliare nella storia del Programma polare australiano. E' in effetti la prima volta che un volo "di linea" collega l'Australia all'Antartide. Quando tutti i test saranno stati compiuti, e che le autorizzazioni al trasporto di passeggeri saranno rilasciate, per l'Australian Antarctic Division inizierà una nuova era nell'ambito del trasporto polare. I voli partiranno da Hobart in Tasmania, dove si trova la sede dell'AAD (a Kingston più precisamente).
L'atterraggio dell'Airbus A319 a WILKINS è una notizia fantastica, che riporta agli exploit di Byrd, di Wilkins e di Ellsworth. Ai tempi dei voli perigliosi e avventurosi nelle contrade più remote del continente, dove - se l'aereo doveva posarsi per problemi meccanici - era un'impresa andare a recuperarlo. A dire il vero, anche oggi volare in Antartide resta sempre una bellissima avventura, ma se accade qualcosa è molto più semplice essere soccorsi, poiché di aerei ce ne sono un po' ovunque sul continente. Basta vedere il numero di voli compiuti quotidianamente da McMurdo a South Pole (circa 7 voli con Hercules LC130), per trasportare personale ma soprattutto per portare al Polo il materiale destinato alla costruzione del detettore di neutrini ICECUBE, il più grande strumento scientifico della Terra (volume una volta completato: UN chilometro cubo).

FOTO IN ALTO DI TONI DELFATTI. A sinistra Charlton Clark, Manager - Antarctic Airlink Project e a destra il Dr Jeremy Smith, Station Leader a Casey. Alle loro spalle l'Airbus A319 sulla pista Wilkins, il giorno 9-12-2007. FOTO IN BASSO, A DESTRA: SALLY CHAMBERS/AAD. La costa presso Wilkins e Casey, fotografata nel corso del primo sorvolo in assoluto effettuato dall'Airbus A319 alcuni mesi orsono, senza atterraggio.

venerdì 14 dicembre 2007

LUNE DI GHIACCIO

A sinistra: gli anelli di Saturno e la luna di ghiaccio Tethys (1.071 Km di diametro, una delle innumerevoli lune di quel pianeta gigante...). Immagine ripresa dalla sonda Cassini-Huygens il 7-12-2007. Cassini-Huygens è una missione congiunta della NASA, dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dell'ASI (Agenzia Spaziale Italiana).

Secondo un comunicato emesso congiuntamente dal Jet Propulsion Lab di Pasadena e dall'Università del Colorado a Boulder (12-12-2007) gli anelli di Saturno sarebbero molto ma molto più vecchi di quanto si pensasse: la loro età stimata sarebbe di 4,5 miliardi di anni, anziché di "solo" 100 milioni di anni. Quattro miliardi e mezzo di anni fa il sistema solare era ancora in formazione.

Gli anelli conterrebbero frammenti di ghiaccio del diametro di qualche metro (vedere l'immagine qui sotto, interpretazione di un artista; Saturno appare come un disco dorato sullo sfondo).


In basso: la luna
di Saturno Enceladus (diametro: 505 kilometri). Al polo sud di Enceladus vengono emessi enormi soffioni di spicole di ghiaccio.





Crediti:
in alto e in basso, NASA/JPL/Space Science Institute.

Al centro:
NASA/JPL/University of Colorado

LE MONDE: RECENSIONE DI DUE VOLUMI DELLA IPY POLAR BOOK COLLECTION


D'un pôle à l'autre (di Pierre Barthélémy)

LE MONDE DES LIVRES | 13.12.07 | 13h27
Augmentez la taille du texte
Diminuez la taille du texte
Imprimez cet article
Envoyez cet article par e-mail
Recommandez cet article
Citez cet article sur votre blog
Classez cet article
Pour parler des pôles, il existe deux types d'occasions. Les programmées : la quatrième Année polaire internationale en est une qui, contrairement à ce que son nom indique, court sur deux ans, du 1er mars 2007 au 1er mars 2009. Et il y a aussi les urgences : même s'il apparaît parfois comme un processus lent, le réchauffement climatique est particulièrement actif sur la banquise arctique, dont la fonte s'accélère au point que, d'ici à quelques décennies, elle disparaîtra lors de chaque été.


Le pôle Nord est un univers qui s'achève. Il n'est pas sûr que les grands décideurs de notre planète aient la volonté ou, s'ils l'ont, qu'ils soient capables de stopper le processus que l'homme a enclenché il y a deux siècles. Avant que l'Arctique ne soit plus qu'une grande flaque froide, la photographe Mireille de La Lez, épaulée par Fredrik Granath, a produit un magnifique témoignage sur ce "monde fragile". Un témoignage pour les générations futures, une ode au blanc avec une dédicace particulière pour les ours polaires, dans l'intimité desquels Mireille de La Lez a pu subtilement pénétrer. Mais les apparences sont parfois trompeuses : le "roi de l'Arctique", comme l'appelle le livre, grand prédateur symbole de la banquise, n'est plus qu'un animal en sursis. Lorsque son habitat aura rétréci comme peau de chagrin, il cessera d'exister.

A l'autre bout de la Terre, les menaces semblent moins immédiates puisque l'Antarctique est pour l'heure protégé de la fonte par son environnement glacial. Le livre que la journaliste et photographe italienne Lucia Simion lui consacre n'a donc pas à se situer sur le registre de l'urgence, bien que les récentes revendications de la Grande-Bretagne sur une partie de l'Antarctique laissent mal augurer de l'avenir de la région, si les appétits de matières premières supplantent la volonté de préserver cet espace vierge. Tombée amoureuse du continent blanc, Lucia Simion y a enchaîné les expéditions, dont trois dans la station franco-italienne Concordia. Complet, superbement illustré grâce à l'appoint de luxe que lui ont fourni plusieurs photographes comme Yann Arthus-Bertrand ou Franz Lanting, Antarctique, coeur blanc de la Terre transporte avec une passion évidente le lecteur dans la mémoire climatique de la planète, vers un monde qui, comme l'écrit Jean-Louis Etienne dans la préface, "a cette force d'attraction des choses inaccessibles".


Un monde fragile,

photographies de Mireille de La Lez, textes de Fredrik Granath (La Martinière, 270 p., 39 €).

Antarctique, coeur blanc de la Terre,

de Lucia Simion (Belin, 224 p., 40 €).

Pierre Barthélémy
Article paru dans l'édition du 14.12.07.

giovedì 13 dicembre 2007

IL VOLTO SENZA VELI DEL CUORE BIANCO DELLA TERRA


Si chiama LIMA ma non ha niente a che vedere con il Cile. Anzi, è proprio lontanissimo dal Sudamerica. LIMA è un acronimo che sta per Landsat Image Mosaic of Antarctica e si tratta di una nuova immagine del continente, senza una nuvola, ottenuta realizzando un mosaico di 1.100 immagini scattate dal satellite Landsat 7 della NASA dal 1999 al 2001. La nuova immagine dell'Antartide è stata resa nota il 27 Novembre scorso (2007), dall'US Geological Survey americano (USGS), dal British Antarctic Survey (BAS, il Programma polare inglese) e dalla National Science Foundation (NSF). Si tratta della più accurata mappa geografica dell'intero continente realizzata finora. E' stata resa nota (e pubblicata sul sito di LIMA e su altri siti, dov'è scaricabile ad alta risoluzione gratuitamente) in occasione del Quarto Anno Polare Internazionale. L'Antartide non è stata mai vista cosi' in dettaglio, con tutti i suoi monti, le sue Valli Secche, i ghiacciai, gli icebergs, i vulcani, le isole....Ci si sorprende a sbirciare se si vedono le basi (esempio: Concordia) ma ovviamente non è possibile....eppurel'immagine è cosi' straordinaria che ci si casca facilmente. Altre immagini sono state rese note (come la zona del McMurdo Sound qui sotto).

SITI:
LIMA SUL SITO DELLA NASA
LIMA SUL SITO DEL BAS
USGS


IL CAMPO DI TALOS DOME

Talos Dome, il campo dove si svolge la perforazione in ghiaccio TaldICE. Come vedete non c'è praticamente nulla, a parte la neve, il ghiaccio, il sole e il vento. Sull'orizzonte (dal lato opposto al campo) spunta Frontier Mountain, e questo rende Talos Dome un po' diverso da Dome C, dove intorno non c'è nulla, se non un vasto orizzonte a 360°. Purissimo, senza nulla di nulla di nulla.
La perforazione in ghiaccio TaldICE è avanzata benissimo per qualche giorno (dal 6 al 12), poi
si è verificato un problema meccanico che verrà risolto ben presto, grazie ai voli del Twin Otter che porterà un pezzo di ricambio, per consentire ai nostri di ripren
dere a forare nella calotta, fino al bedrock. Temperature sempre piuttosto basse: se vi interessa potete scoprire "che tempo fa" cliccando su Italiantartide (-24°C il giorno 11-12, altrimenti sui -36°C).

Foto: (c) Lucia Simion.

In alto: Talos Dome
fotografato il giorno 20-11-2007

In basso: l'accesso alla trincea di perforazione, con Alberto Quintavalla che sistema il cavo per l'illuminazione.

mercoledì 12 dicembre 2007

13 DICEMBRE: GIORNATA DEDICATA ALLE CALOTTE DI GHIACCIO DEL PIANETA


L'Ufficio Centrale dell'Anno Polare Internazionale, situato a Cambridge preso il British Antarctic Survey, ha indetto la seconda "Giornata polare" dopo quella del 21 Settembre scorso. Questa giornata - il Giovedi' 13 Dicembre 2007, Santa Lucia - è dedicata alle calotte polari (dell'Antartide e della Groenladia) e alle traverse internazionali che stanno zigzagando su e giù per la calotta antartica orientale: una traversa americano-norvegese (vedi foto), una nippo-svedese (terra della Regina Maud) e la traversa ITASE Americana. L'anno prossimo (nella campagna estiva 2008-2009), una traversa dovrebbe partire da Talos Dome, verso Dome C e quindi Vostok e Dome A, il più alto duomo glaciale dell'Antartide (4.200m).

La prossima giornata polare sarà il 13 Marzo.

FOTOGRAFIA: Traversa USA-NORVEGIA in corso

Mappa: National Science Foundation

martedì 11 dicembre 2007

LA NOSTRA CASA IN ANTARTIDE


Seguite lo svolgimento della XXIII Campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, alla stazione Mario Zucchelli (MZS, Terra Nova Bay). Sapete che quest'anno ci sono stati dei tagli importanti nei finanziamenti della Campagna, per cui i soli progetti scientifici in corso (o appena conclusi) sono il progetto ANDRILL SMS presso la stazione americana McMurdo (concluso a fine novembre) e TaldICE a Talos Dome, un progetto di perforazione in ghiaccio, iniziato nel 2005-2006. La trincea di perforazione è stata riaperta a metà novembre e l'estrazione delle prime carote dell'anno è in corso. Ovviamente l'impegno dell'Italia nella gestione logistica e scientifica della base italo-francese CONCORDIA a Dome C - di cui ha finaziato il 50% della costruzione insieme alla Francia - resta immutato. Il Capo Spedizione, Giuseppe De Rossi, è salito a Dome C il 30 Novembre e ci resterà fino alla fine della campagna estiva, quando poi passerà la staffetta al franco-australiano Jean-François Vanacker, che sarà il Capo Spedizione del Quarto winter-over a Concordia. I collegamenti da MZS a Talos Dome sono garantiti dal nostro mitico Twin Otter Kilo Bravo Charlie della Kenn Borek Air, che quest'anno è affidato ai due piloti Bob Heath e Andrzej-Andrew Wojcicki, accompagnati dall'ingegnere meccanico Roger Hudon. Bob e Andrzej hanno volato su Kilo Bravo Charlie attraverso tutto il pianeta, da Calgary a Punta Arenas in Cile, quindi hanno sorvolato lo Stretto di Drake fino alla base inglese Rothera nella Penisola antartica, per poi raggiungere WAIS Divide (West Antarctic Ice Sheet Divide, Antartide occidentale, sede del campo di perforazione in ghiaccio WAIS Divide Ice Core Project), e infine MZS a Terra Nova Bay. Un terzo pilota di TO, Simon Evers, giunto a McMurdo con un C-17, è rientrato a Christchurch il 29-11, dopo aver trascorso un mese a MZS. Il Twin Otter fa la spola anche fra MZS e la base permanente francese Dumont d'Urville (DDU) in terre Adélie, e fra DDU e Dome C. Anche i collegamenti con la base americana McMurdo sono garantiti dal TO.


SITO:
http://www.italiantartide.it/

LA FOTOGRAFIA DEI PARTECIPANTI E' DI UMBERTO GENTILI/PNRA.
LA FOTO DELLA STAZIONE ZUCCHELLI è di Lucia Simion
LA FOTO DEL TWIN OTTER E' DI KENN BOREK AIR LTD

domenica 2 dicembre 2007

ANDRILL SMS: 1.138,54 m



FOTO DI H. GODFREY su http://www.andrill.org







La profondità raggiunta dai tecnici del progetto ANDRILL SMS ha largamente superato l'obiettivo iniziale, che era di 1.000 metri nei sedimenti marini. La profondità raggiunta è di 1.130,54 m. Nella bella fotografia scattata dall'elicottero da H. Godfrey si nota il campo di perforazione di ANDRILL SMS, con la tenda sotto alla quale sta il carottiere, posato sul ghiaccio marino. Sotto il ghiaccio il mare profondo 900 metri.


Foto a destra: Lucia Simion.

MANUTENZIONE IN ANTARTIDE


Nell'area intorno alla Stazione Mario Zucchelli (SMZ), a distanze più o meno grandi, si trovano varie stazioni meteo automatizzate, che registrano dati come la temperatura ambientale e la velocità del vento. Gli anglosassoni e chiamano Automated Weather Station, acronimo AWS.
Da noi, ciascuna AWS porta un nome femminile: una si chiama Rita, un'altra Zoraida, una Giulia, una Silvia....e cosi' via. Di Lucia non ce n'è (ancora), malgrado il fatto che fra la stazione Zucchelli e Concordia ci siano ben tre Lucia, di cui una - Lucia Agnoletto - si occupa proprio delle AWS. Bisognerà che la prossima stazione meteo venga battezzata Lucia.... Comunque sia, in realtà volevo parlare di Modesta. Si, "Modesta". Questa stazione è situata a monte del ghiacciaio Priestley, un meraviglioso fiume di ghiaccio che scende giù dal Reeves névé e che vicino alla costa si unisce al ghiacciaio Reeves per formare il Nansen. In questa località - ovvero nei pressi della costa e di Inexpressible island, sul Nansen - si dovrebbe allestire una pista di atterraggio su ghiaccio.
Ma torniamo a Modesta, che se
ne stava li' sola soletta, sperduta nel nulla e un po' sommersa dalla neve. Occorreva dunque sollevarla e riposizionarla a qualche metro di distanza. Per compiere questa operazione è stato necessario scavare nella neve, poi agganciare la struttura metallica con l'elicottero e quindi riposizionarla poco distante. Salito sulla cima della stazione (alta 10 metri), Davide ha dato una mano al nostro bravissimo pilota Bob, che ha provveduto a sollevare la struttura metallica dalla neve in cui era un po' seppellita, riposizionandola a un paio di metri di distanza.





NELLE FOTO: in alto, l'elicottero di Helicopter New Zealand accanto alla stazione meteo "Modesta", sull'alto Priestley. Al centro: Davide (a sinistra) e il pilota Bob (a destra, con la barba). In basso: Steve, un altro pilota "storico" di MZS.

(c) Lucia Simion (3)

GLI HABITUES DEL PINGUINATTOLO

Pinguino più scoiattolo, a Baia Terra Nova (tanto tempo fa) era nato il « Pinguinattolo », piccolo rifugio di legno in cui verso le 10 del mattino ci si dà appuntamento per sgranocchiare la focaccia con il prosciutto e la mortadella. Intelligenti come sono, gli skua che abitano intorno alla base hanno subito notato il movimento e avendo probabilmente ricevuto qualche leccornia, hanno deciso di stazionare sul tetto dello chalet in attesa di altri bocconcini (vedere la foto). Da notare : non sono li' 24 ore su 24, ma solo intorno alle 10 del mattino…. !

DA UNA BASE ALL'ALTRA

E' un po' di tempo che non pubblico nulla su questo blog, ma questo non significa che sono rimasta inattiva. Al contrario! Ho avuto parecchio da fare, fra la base Scott, McMurdo e il sito di perforazione di ANDRILL SMS. Il giorno 20-11 mi sono trasferita alla stazione italiana Mario Zucchelli, distante 350 Km da McMurdo. Appena arrivata sono andata al campo di Talos Dome, a 200 Km di distanza. Ecco il resoconto.



Talos Dome, 72° 49’ SUD – 159° 11’ EST

22 novembre 2007

Il sole splende lucido su Talos Dome, un minuscolo campo di tende e di containers perduto al confine del plateau polare, a due ore di elicottero dalla stazione italiana Mario Zucchelli a Baia Terra Nova. Qui siamo a 2.000 metri sul livello del mare e il termomentro indica - 36°C. Nell’aria luccicano milioni di cristalli di neve e all’orizzonte tutt’intorno non si scorgono che tre montagne che spuntano dal ghiaccio, come isole in mezzo al mare. Una delle tre si chiama Frontier Mountain : un nome azzeccatissimo poiché siamo proprio alla frontiera dell’immensa calotta antartica orientale, sul Rennick nevé.
Il minuscolo campo di Talos Dome ha riaperto le porte qualche giorno fa, il 17 novembre. Questa è la sua quarta stagione. Quattro Italiani (fra cui Nicola La Notte e Alberto Quintavalla) sono stati accompagnati fin laggiù da un elicottero (1h30m di volo); il giorno 19-11 li ha raggiunti con il Twin Otter il francese Philippe Possenti del Laboratorio di Glaciologia e di Geofisica dell’Ambiente di Grenoble, LGGE. Fabrizio Frascati, responsabile italiano della perforazione, e il collega Saverio Panichi sono arrivati il 20-11. Fra pochi giorni giungeranno a Talos Dome altre 4 persone, fra cui Valter Maggi dell’Università di Milano Bicocca, Responsabile scientifico della progetto. Nove abitanti in mezzo al nulla : che ci stanno a fare ?
Sono qui per proseguire un importante progetto di perforazione in ghiaccio lanciato dall’Italia nel 2002 : il progetto TalDICE, a cui partecipano anche ricercatori e tecnici Francesi, Inglesi, Tedeschi e Svizzeri.
Valter Maggi, Fabrizio Frascati, Saverio Panichi, Maurizio Armeni e Philippe Possenti sono dei veterani del progetto EPICA (European Project for Ice coring in Antarctica), che si è svolto dal 1997 al 2004 a Dome C, la località in cui è situata la stazione italo-francese Concordia. EPICA –finanziato dall’Unione Europea e da 10 paesi d’Europa- è stato uno dei progetti internazionali di maggior successo degli ultimi anni : 3,3 Km di carote di ghiaccio sono state estratte dalla calotta di Dome C. Si tratta del ghiaccio più antico finora conosciuto: racchiude l’archivio climatico degli ultimi 800.000 anni in Antartide. Ghiaccio ancora più « vecchio » (la cui età è valutata intorno a un milione di anni) si trova a Dome A, 4.200 m, il più alto duomo glaciale dell’Antartide.
A Talos Dome, la perforazione in ghiaccio è iniziata nella stagione 2005-2006 e si è fermata a 600 metri di profondità ; nella stagione 2006-2007 la perforazione è proseguita con regolarità e il 22 gennaio 2007 ha raggiunto i 1300 metri di profondità. Quest’anno restano circa 300 metri da perforare, prima di raggiungere il bedrock, ovvero la roccia – il continente – che sta nascosto sotto il ghiaccio. « Sono i più difficili », spiega Frabrizio Frascati, aggiungendo che prima di iniziare la perforazione (fra una decina di giorni) effettueranno una curva delle temperature nel pozzo. « Dovremmo trovare temperature di -18°C,
-20°C ». Se tutto procede bene, aggiunge Frascati, una volta raggiunto il bedrock si tenterà di estrarre una carota di roccia, della lunghezza di 30-50 centimetri. Sarebbe un successo, poiché finora nessuna perforazione in ghiaccio in Antartide ha potuto raccogliere carote di roccia. L’equipe di EPICA aveva dovuto interrompere la perforazione qualche metro al di sopra del bedrock : a causa del calore geotermico infatti il ghiaccio (alla temperatura di -2°C) tendeva a sciogliersi creando una poltiglia che rischiava di bloccare il carottiere sul fondo del pozzo, a oltre 3.300 metri di profondità. A Talos Dome questo problema non dovrebbe verificarsi.
Subito dopo l’apertura del campo i tecnici e le guide si sono attivati per riaprire e illuminare la trincea di perforazione, lunga la bellezza di 54 metri, larga 5,40 m e profonda 5,05 metri. E’ stata scavata tre anni fa con un gatto delle nevi da Alberto Quintavalla. La temperatura nella trincea e’ di -44°C ! E’ qui che si trova la torre di perforazione, alta 14 metri, per cui ne spuntano 8 metri all’esterno : per proteggerlo, i tecnici stanno allestendo una tenda. Il carottiere che verrà utilizzato nel corso di questa stagione è nuovo ed è stato progettato in Italia, al Brasimone, in collaborazione con i tecnici francesi del LGGE. Questo strumento – spiega Frascati - consente di variare la velocità di rotazione della testa di perforazione e la forza che viene applicata sui coltelli per tagliare il ghiaccio. Le prime carote dovrebbero essere estratte fra 10-15 giorni e la perforazione dovrebbe concludersi intorno a Natale.

Lucia Simion, in collaborazione con Fabrizio Frascati


Nelle foto: in alto, Talos Dome, le bandiere sopra l'entrata della trincea di perforazione; al centro, Giuseppe De Rossi e Nicola La Notte a Talos Dome. In basso, Saverio Panichi all'ingresso della trincea di perforazione (trasporta una scatola termica che servirà per contenere le carote di ghiaccio).